SCHEDA 2
SCHEDA 2
DEMENZE + Alzheimer
La categoria Demenzia comprende il morbo di Alzheimer e altri disturbi correlati (come demenza vascolare, morbo di Parkinson e demenza con corpi di Lewy). Dal punto di vista SAR non c’è differenza apprezzabile tra le diverse demenze. La malattia di Alzheimer è la forma più comune di demenza irreversibile e il termine è spesso usato per rappresentare tutte le demenze. Indipendentemente dall’attività, i soggetti della ricerca con demenza saranno inseriti in questa categoria a meno che non siano coinvolti mezzi terrestri o si è in scenari acquatici.
Sono compresi in questa categoria anche i soggetti con Disturbi Pervasivi dello Sviluppo (DPS o, in inglese, PDD, Pervasive Developmental Disorder) e la sindrome di Rett .
Sono invece esclusi i soggetti con: la sindrome di Asperger, il disturbo disintegrativo dell’infanzia e ogni altra forma atipica di autismo.
INDICAZIONI INVESTIGATIVE
Nella demenza, il campo visivo (visione periferica) si restringe, creando una visione “a tunnel”: una riduzione della visione periferica trasforma i soggetti in pessimi navigatori che usano solo ciò che vedono di fronte per orientarsi e procedere, contrariamente a un soggetto sano che usa una scansione attiva a 360° per ritrovare punti di riferimento che ricordiamo.
Questo può spiegare il caratteristico movimento da “zombie” di questi soggetti, ovvero camminano dritto per dritto andando avanti finché non si incastrano. Sembra che non abbiano la capacità di aggirare gli ostacoli e di fronte alle barriere rimbalzano come una pallina di un flipper. Camminano finché non restano “bloccati”.
Bisogna ricordare che la demenza è spesso una malattia degenerativa e quindi, oltre a cambiare da persona a persona, il comportamento di ciascun soggetto sarà dettato dalla gravità della sua demenza.
Il livello di gravità fornisce alcune importanti indicazioni:
- Quando la gravità è da lieve a moderata si hanno vagabondaggi verso più obbiettivi. Inizialmente, il soggetto ha in mente una chiara destinazione. Le distanze percorse potrebbero essere maggiori rispetto ad un demente grave. Il soggetto è più portato ad usare trasporti pubblici.
- I soggetti con demenza grave tendono a mostrare un vagabondaggio casuale (vale a dire, senza nessun obiettivo distinguibile), si spostano con distanze più brevi e possono avere gravi disturbi sensoriali.
Altro comportamento tipico è quello della “ricerca dell’uscita” che può essere osservato sia nelle demenze lievi che in quelle gravi. Questo comportamento è più probabile che avvenga quando un demente si trova in ambienti nuovi o è stato portato fuori dal un contesto familiare.
I soggetti affetti da demenza sono orientati al passato. Più è grave la demenza e più credono di essere nel passato.
INDICAZIONI per la PIANIFICAZIONE
I valori statistici di offset per la demenza sono i più piccoli di tutte le categorie di dispersi. Se il soggetto lascia la strada (o la direzione del movimento) non va molto lontano.
Generalmente sono mobili solo per un breve periodo di tempo. Nei paesi temperati (come l’Italia) il 50% dei casi si è mosso per meno di un’ora. Nei paesi secchi, i soggetti rimangono mobili più a lungo.
C’è un tasso di mortalità del 25% se il soggetto non viene trovato entro il primo 24 ore. Il tasso di mortalità sale se il clima è particolarmente caldo o freddo piovoso.
INDICAZIONI TATTICHE - OPERATIVE
I soggetti affetti da demenza sono orientati al passato, e per questo può tentare di recarsi in una ex residenza, in un posto prediletto in passato, ecc., o in quello che può sembrare esserlo. Cercare di figurarsi dove il soggetto pensa di vivere “attualmente” in modo da determinare possibili destinazioni (ad esempio, una precedente residenza, un ex luogo di lavoro, la casa dei genitori, ecc.). L’attività investigativa indirizzata in questo senso può aiutare molto a capire meglio la sua vita passata (che per loro potrebbe essere il presente).
Sia negli ambienti urbani che quelli selvaggi, è molto probabile che il soggetto attraversi la strada, o parta da essa (66%). Spesso vengono ritrovati presso strutture, intese come edifici od opere costruite dall’uomo.
In un area selvaggia, il soggetto generalmente cammina o rimane bloccato in cespugli, rovi o impluvi. I soggetti sono anche attratti dalle caratteristiche dell’acqua e cammineranno nell’acqua (forse senza nemmeno rendersi conto che è acqua).
Non lasciano molti indizi verificabili. Dato che non percepiscono sé stessi come persi, non chiedono aiuto ne rispondono ai richiami ad alta voce: solo l’1% è reattivo. Spesso può passare inosservato, a meno che i suoi abiti non siano molto insolito. Alcuni soggetti potrebbero essere visti come “evasivi-passivi”.
La direzione del movimento del soggetto è un indicatore affidabile, predice la posizione finale (dove verrà trovato) dei soggetti della categoria “Demenze” meglio di quanto non faccia nella maggior parte delle altre categorie. Cercare delle tracce per determinare la direzione del movimento. Considerare la direzione della porta da dove è uscito.
PUNTI da RIBADIRE al BREAFING TATTICO
DESCRIZIONE
• Si muovono finché non restano “bloccati” (in strutture, fra i cespugli, i rovi o gli impluvi)
• Descrivere la gravità della demenza del soggetto
• Descrivere la capacità verbali del soggetto
• Descrivere la reattività del soggetto (in genere non lo sono)
• Probabilmente attraversa la strada.
• Descrivere dove ha vissuto e/o svolto attività in passato.
INDICAZIONI OPERATIVE
• Cercare fra i rovi, le macchie fitte, i cespugli, gli impluvi, i canali di scolo, i rii. Ovunque sia facile rimanere “bloccati”
APPROCCIO in caso di RITROVAMENTO
• Avvicinarsi frontalmente, guardandolo negli occhi.
• Non puntargli la torcia in faccia.
• Curare il linguaggio non verbale (viso sorridente e tono sereno)
• Parlare lentamente, cercando di usare termini concreti (non astratti)
• Presentarsi, senza far riferimento al ruolo di VVF o alla divisa.
• Il contatto fisico può essere utile.
• Fare una domanda alla volta.
• Affrontare un argomento alla volta.
• Evitare argomenti inopportuni, senza rifiutarli con una negazione ma reindirizzando l’attenzione su altro argomento.
• Poter parlare col soggetto favorisce la raccolta di indizi per il PCA
DATI STATISTICI
DISTANZA ORIZZONTALE DAL PUA
Il 25% dei dispersi vengono trovati entro i 0.3 Km
Il 50% dei dispersi vengono trovati entro i 0.8 Km
Il 75% dei dispersi vengono trovati entro i 1.9 Km
Il 95% dei dispersi vengono trovati entro i 8.3 Km
Nelle ricerche in cui non si ha una direzione certa l’area diventa un cerchio il cui raggio è la Distanza Orizzontale dal IPP (PUA)

DISLIVELLO DAL PUA
La percentuale dei dispersi che sono stati trovati:
PIÙ IN ALTO è 19 %
PIÙ IN BASSO è 42 %
ALLA STESSA QUOTA è 39 %
Sui terreni non pianeggianti il movimento dei dispersi in difficoltà può essere condizionato dalle salite e dalle discese. Questo dato aiuta a calcolare le probabilità di ritrovamento, quindi pianificare le priorità con cui battere le zone di ricerca.

MOBILITÀ
Il 25% dei dispersi non si sono mossi
Il 50% dei dispersi si sono mossi per un massimo di 15 minuti
Il 75% dei dispersi si sono mossi per un massimo di 4 ore
Il 95% dei dispersi si sono mossi per un massimo di 18 ore
Non sempre i dispersi sono immobilizzati o fermi ad aspettare i soccorsi. Con un soggetto in movimento cambiano profondamente le strategie e le tattiche di ricerca. Conoscere la mobilità del disperso aiuta la pianificazione.

ANGOLO DI DISPERSIONE
Il 25% dei dispersi vengono trovati entro i ± 11 gradi
Il 50% dei dispersi vengono trovati entro i ± 23 gradi
Il 75% dei dispersi vengono trovati entro i ± 66 gradi
Il 95% dei dispersi vengono trovati entro i ± 70 gradi
Nelle ricerche in cui si presume una direzione (rotta). Spesso il disperso si sposta involontariamente a destra o a sinistra della direzione desiderata. Molto frequente in mare e in aria.

METRI DI DISPERSIONE (OFFSET)
Il 25% dei dispersi vengono trovati entro i 4 m
Il 50% dei dispersi vengono trovati entro i 15 m
Il 75% dei dispersi vengono trovati entro i 71 m
Il 95% dei dispersi vengono trovati entro i 307 m
Si usa generalmente nella ricerca di un velivolo. Conoscendo la rotta si cerca a destra e a sinistra di questa (OFFSET). Il modello di pianificazione è comunque applicabile nelle ricerche di disperi che si presume abbiano seguito un sentiero o una strada.

LUOGO DEL RITROVAMENTO
La percentuale dei dispersi che sono stati trovati:
in ambiente ACQUATICO è 9 %
in ambiente BOSCO è 9 %
in ambiente CAMPO è 9 %
in ambiente IMPLUVIO è 0 %
in ambiente LINEARE è 0 %
in ambiente MACCHIA è 9 %
in ambiente ROCCE è 0 %
in ambiente STRADA è 18 %
in ambiente STRUTTURA è 45 %
Alcuni luoghi favoriscono la perdita dell’orientamento e/o sono favoriti dal disperso nella scelta di un ricovero, rifugio. Quindi questo dato ci può aiutare nel calcolo delle probabilità di ritrovamento e nella scelta delle zone prioritarie. Per vedere le definizioni di ciascuna tipologia di luogo fare click sul pulsante.

CAPACITA’ DI SOPRAVVIVENZA
La percentuale dei dispersi che sono stati:
trovati ILLESI è 88 %
trovati FERITI è 10 %
trovati MORTI è 2 %
trovati AFFATTO è 0 %
(Distanza dal IPP)

PROBABILITA’ DI SOPRAVVIVENZA
La percentuale dei dispersi che sopravvivono:
se trovati entro 24 ore è 100 %
se trovati oltre le 24 ore ma entro 48 è 67 %
se trovati oltre le 48 ore ma entro 72 è 50 %
se trovati oltre le 72 ore ma entro 96 è …… %
se trovati oltre le 96 ore è …… %
(Distanza dal IPP)

CAUSE INCIDENTALI
La percentuale dei ricercati di questa categoria risultati dispersi:
a causa di un CRIMINE è …… %
a causa di EVASIONE è …… %
a causa di VALANGA/FRANA è …… %
a causa di SUICIDIO è …… %
a causa di DISORIENTAMENTO è 89 %
a causa di problemi SANITARI è 6 %
a causa di problemi ACQUATICI è …… %
a causa di un RITARDO è 3 %
a causa di un INTRAPPOLAMENTO è …… %
(Vedere le definizioni di ciascuna causa/scenario)
